Discorso tenuto in occasione del lancio dell’Istituto europeo per le arti e la cultura rom
Giugno 8, 2017Io e la mia fondazione abbiamo sposato la causa del popolo Rom all’inizio degli anni ’80. Quando abbiamo iniziato questo lavoro, i Rom vivevano in gran parte in Europa orientale, ancora assoggettata al governo comunista. Le condizioni erano difficili. Purtroppo, dopo il crollo del Muro di Berlino, la posizione dei Rom nella società e l’atteggiamento della maggioranza della popolazione nei loro confronti si sono ulteriormente deteriorati. Molti dei Rom che sono riusciti a realizzarsi sentono la pressione di nascondere la loro identità etnica. Alcuni possono presentarsi come non Rom per evitare i pregiudizi, ma gli stereotipi negativi dilaganti nella società non sono cambiati. Gli stereotipi negativi di cui è vittima la comunità Rom sono pericolosi non solo per i Rom, ma per tutti noi. I partiti politici di destra che contrastano i Rom sono gli stessi che contrastano l’idea di società aperta.
Quando trent’anni fa abbiamo iniziato a occuparci della causa del popolo Rom, eravamo di fronte al peggior caso di emarginazione e discriminazione su base etnica. Sulla scorta della nostra esperienza trentennale, siamo giunti alla conclusione che la situazione rimarrà invariata fino a che i Rom non avranno la possibilità di diventare i portavoce della loro stessa causa.
Per questa ragione, concentriamo i nostri sforzi per dare loro la possibilità di farlo. Parte delle iniziative intraprese dalle mie fondazioni sono state l’assegnazione di borse di studio universitarie a migliaia di giovani Rom. Il risultato è stata la nascita di un’élite Rom piccola, ma ben istruita, fatta di persone che hanno accolto la loro identità, diventando portavoce della loro causa. Grazie al loro sostegno, siamo riusciti a convincere l’Unione europea ad adottare una politica per i Rom e a dotarla di fondi consistenti.
Purtroppo, questa politica non ha avuto ancora abbastanza tempo da riuscire a migliorare in modo sostanziale le condizioni dei Rom o l’atteggiamento della maggioranza delle persone. Inoltre, la crisi dei rifugiati ha aggravato la situazione dei Rom, poiché ha distolto l’attenzione e il sostegno dalla loro complessa situazione.
E’ per questo che credo fortemente nell’importanza dell’ERIAC, l’Istituto europeo per le arti e la cultura rom. L’ERIAC gode del sostegno attivo di un gruppo variegato di intellettuali Rom riunitisi intorno all’Alleanza per l’ERIAC. Alcuni sono sostenuti dalle mie fondazioni, altri sono completamente indipendenti.
Hanno tutti compreso l’importanza cruciale dell’affermazione di un’orgogliosa identità Rom e di un forte sentimento di autostima: i programmi e le politiche ufficiali a favore dell’integrazione non sono sufficienti a superare l’ostilità e il razzismo radicati di cui sono vittime le comunità Rom. Essi sono determinati a fondare all’interno dell’ERIAC un’accademia in cui artisti, musicisti, cantanti, scrittori, linguisti, storici, produttori media e molti altri possano contribuire a proteggere, ricostruire e sviluppare ulteriormente la cultura, l’identità e l’autostima dei Rom.
Sono convinto che l’esistenza stessa e lo sviluppo dell’ERIAC contribuiranno a cambiare l’atteggiamento nei confronti dei Rom di coloro che ne verranno a conoscenza. Ho fondato molte organizzazioni e sostenuto tante altre. So per esperienza che fondare un’organizzazione pone molte sfide. Fondare questa organizzazione è stato particolarmente impegnativo.
Per questo, voglio ringraziare le persone che ci hanno permesso di essere qui: il Segretario Generale Jagland e il Consiglio d’Europa, tutti i membri dell’Alleanza per l’ERIAC e i portavoce e gli artisti Rom e pro-Rom che hanno reso possibile questo evento. Inoltre, vorrei ringraziare il Ministro Roth e il governo tedesco per la loro attività di leadership nell’offrire all’ERIAC una sede qui a Berlino. Spero che altri governi seguiranno il loro esempio. La Commissione europea non è ancora coinvolta direttamente nell’organizzazione, ma si è dimostrata aperta a trovare modalità per sostenere l’ERIAC e per questo le sono grato. Le mie fondazioni rimarranno in prima linea e spero che altri filantropi sosterranno questa causa.
Auguro all’ERIAC ogni successo.